Quattordicesimo Incontro diCatechesi per Adulti
QUATTORDICESIMO INCONTRO CATECHESI ADULTI
“La Virtù Teologale della Fede”/12
Taiedo 20.III.2022
Dopo una lunga premessa ora iniziamo a scrutare il mistero e la profondità del Simbolo Apostolico[1]:
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra
e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito da Spirito Santo, nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna. Amen.
Oggi andiamo a trattare, in modo semplice ma non superficiale, dello Spirito Santo. È la terza persona della SS. Trinità, dopo aver affermato l’unicità di Dio, parlato del Padre e del Figlio ora il credo si sofferma in modo laconico sullo Spirito Santo. Perché offre solamente una frase senza alcuna specifica, come nel Credo Niceno Costantinopolitano? La risposta è semplice, il Credo Apostolico fu uno dei primi ad essere formato, in quell’epoca non esistevano ancora eresie riguardanti la Terza persona della Trinità. In questo contesto non serviva aggiungere altro, come al Padre e Figlio ove si era cominciato a deviare dalla fede della Tradizione e Rivelata.
Cosa sappiamo dello Spirito Santo? Egli procede dal Padre e dal Figlio, è dono di amore e la sua missione è di metterci in comunione d’amore con Loro e con i fratelli con cui formiamo la Chiesa proprio perché, come dice san Paolo ai Romani «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo» (Rm 5,5).
Inoltre, lo Spirito dona la forza della testimonianza (in greco martyrion, l’estrema testimonianza fino alla morte) e della Pace, ma non solo dona anche il coraggio e la forza nella prova e nella sofferenza. Lo Spirito ci aiuta nella conversione donandoci quel «cuore nuovo», come ci dice Ezechiele nella sua profezia (Ez 11,19). Infatti, il volgere il nostro cuore a Dio totalmente avviene grazie al dono dello Spirito che ci da il coraggio di cambiare e di metterci al cospetto di Dio lasciandolo entrare totalmente nella nostra vita, sempre Ezechiele continua «Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne».
Nel «cuore di carne» che Vi prende dimora tanto da diventare “Tempio dello Spirito Santo”. Grazie a Lui riusciamo a rivolgerci a Dio chiamandolo “Abbà -Padre” e riusciamo a pregare.
Egli ci raggiunge per la prima volta col Battesimo ed immette in noi il dono della Fede, Speranza e Carità. Si rafforza con la Confermazione rafforzando i sette doni (Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio) e ci incammina sulla strada delle Beatitudini.
Lasciarsi raggiungere dallo Spirito significa percorrere la strada della Santità, diversi esempi abbiamo conosciuto, letto e visto. Egli è all’opera anche oggi, preghiamolo ed affidiamoci a Lui.
[1] Le riflessioni sono prese dal libro: R. Lupi, Credo. Commento al Simbolo degli Apostoli, 2012.